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Fatturazione tardiva: giurisprudenza e sanatoria
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Fatturazione tardiva: giurisprudenza e sanatoria

L’esplicita ammissione, contenuta al paragrafo 2.2 della circolare 6/2023, della possibilità di sanare l’invio tardivo delle fatture elettroniche allo SdI, vale a dire oltre i termini ordinari, a condizione che le stesse risultino correttamente incluse nella liquidazione Iva di competenza, non ha soltanto aumentato l’appeal della cosiddetta “sanatoria delle irregolarità formali” prevista dai commi da 166 a 173 della legge 197/2022 – peraltro in scadenza, sebbene probabilmente destinata ad una proroga – ma fa nascere un possibile collegamento con una fattispecie all’apparenza differente, ma in realtà sostanzialmente analoga, rappresentata dalla correzione di una fattura mancante, per errore, dell’addebito del tributo, sulla quale si rinviene giurisprudenza di legittimità apparentemente non allineata alla prassi.

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Criticità e rimedi per lo split sbagliato
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Criticità e rimedi per lo split sbagliato

Uno degli errori che possono essere più facilmente commessi nella gestione del meccanismo della scissione dei pagamenti, relativamente al lato degli acquisti, è quello di “confondere” la destinazione contabile di una fattura passiva relativa a beni e servizi impiegati in un’attività comunale rilevante ai fini Iva, attribuendola per errore al comparto istituzionale, con conseguente inclusione dell’imposta indicata in tale documento nel totale mensile pagato a mezzo F24EP o F24 con i codici, rispettivamente, 620E o 6040.

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Le conseguenze della fine dello split ed il PNRR
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Le conseguenze della fine dello split ed il PNRR

I Comuni e tutti gli altri soggetti obbligati alla scissione dei pagamenti prevista dall’articolo 17-ter devono iniziare a valutare il possibile impatto – contabile, ma non solo – della fuoriuscita da questo regime e ciò dal momento che si avvicina la scadenza del 30 giugno 2023, quale termine ultimo di validità della terza autorizzazione all’adozione dello “split payment”, concessa dal Consiglio dell’Unione Europea con la decisione di esecuzione del 23 giugno 2020, in deroga agli articoli 206 e 226 della direttiva 2006/112.

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I rimedi per il reverse errato
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I rimedi per il reverse errato

L’applicazione dell’inversione contabile ad una cessione o prestazione sulla quale non doveva essere addebitata l’Iva determina una situazione contabile non corretta che deve essere rimossa con modalità differenti a seconda del fatto che il soggetto passivo cessionario o committente abbia o meno esercitato per intero il diritto alla detrazione e, in caso negativo, sulla base del tempo trascorso dalla data di commissione dell’errore. Le indicazioni provengono dalla risposta n. 203/2023 e, se analizzate in ottica comunale, potrebbero forse risolvere, per analogia, la medesima irregolarità compiuta su fatture ex articolo 17-ter riferibili alla sfera “commerciale ” dell’ente.

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Il rimborso dell’Iva addebitata in eccesso
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Il rimborso dell’Iva addebitata in eccesso

Il diritto alla restituzione dell’imposta sul valore aggiunto addebitata in eccesso in fattura, riconosciuto dall’articolo 30-ter del D.P.R. 633/72, è azionabile anche dopo l’inutile decorso del termine annuale previsto dall’articolo 26 per l’emissione della nota di variazione in diminuzione se l’errore è stato compiuto a causa di un cambiamento d’indirizzo da parte della stessa Amministrazione finanziaria, in quanto l’inerzia del cedente o prestatore, in un caso del genere, risulta certamente incolpevole.

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Il corrispettivo “simbolico” e l’Iva
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Il corrispettivo “simbolico” e l’Iva

La previsione di un corrispettivo “simbolico” può formare oggetto di valutazione e/o indagine di congruità in sede di accertamento e costituire un elemento idoneo a condurre ad una riqualificazione dell’operazione alla luce delle caratteristiche dello specifico assetto di interessi, e quindi anche come cessione o prestazione sostanzialmente gratuita, con conseguente applicazione dell’Iva sul relativo valore normale. Con questa conclusione – contenuta nella risposta n. 182/2023 – l’Agenzia delle entrate ha risolto un caso molto particolare che, tuttavia, in linea di principio può interessare anche i Comuni, per analogia con alcune situazioni caratterizzate dalla previsione di corrispettivi stabiliti in misura estremamente esigua.

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